Sembrava un viaggio come tanti altri, ma quando Helena Fenton arriva a Parigi per lavorare presso la Fondazione d’arte Duval si accorge di aver commesso un terribile errore. Una serie di oggetti, tra loro apparentemente scollegati, si insinua nel suo passato fino a sconvolgerne per sempre i ricordi. Il diario di una donna rinchiusa in una torre, una lettera d’amore di Emily Dickinson e una singolare collezione dell’oblio spingono Helena verso il mistero che si cela dietro un dipinto fiammingo: il ritratto di una donna con un emblematico labirinto. E labirintico è il percorso che si dipana lungo la narrazione che all’improvviso porta Helena faccia a faccia con le menzogne del marito, Dan Hunter, scomparso in un quello che sembra un banale incidente d’auto. Lenta mente si accorge che la morte di Dan è in qualche modo collegata ad un omicidio avvenuto negli anni Settanta nella campagna nei pressi di Bordeaux. I personaggi della storia non sono mai come appaiono: da Bertrand Lamberg, direttore della Fondazione, alla cara amica di Helena dei tempi universitari, Ruri de Chevigné e a Paul Lissitzky, un avvocato senza scrupoli e ferocemente determinato nel perseguire i propri scopi. Le menzogne e le bassezze del mondo dell’arte e del mercato antiquario si intrecciano con i tradimenti e i voltafaccia dei diversi personaggi fino ad intersecarsi con i misteri che si celano tra antichi scritti e il dipinto della donna del labirinto legato ad una duplice esecuzione avvenuta a Lovanio nel 1643 e alla sottrazione degli ingenti patrimoni artistici posseduti dalle famiglie ebree durante le persecuzioni antisemite.

Costruita con un raffinato impianto ad incastro e un complesso intreccio narrativo che alterna presente e passato, La donna del labirinto è un romanzo di grande impatto emotivo e di fine introspezione psicologica con un esito tanto inaspettato quanto crudele.


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